INGREDIENTI
(per 2 persone)
PROCEDIMENTO Quando sgranate i piselli, non buttate via i baccelli: puliteli dal picciolo, lavateli per bene e fateli bollire per circa 40 minuti. Una volta che si saranno raffreddati un poco, frullateli con un frullatore ad immersione. Eliminate tutta la parte fibrosa del frullato di baccelli con l'aiuto di un passaverdure. Aggiungete al passato così ottenuto la farina di semi di carruba e frullate ancora un poco. A questo punto portate il tutto sul fuoco e aggiungete sale e pepe. Versate la zuppa e guarnite con la cipolla e le olive taggiasche (precedentemente private del nòcciolo) leggermente saltate in padella. Potete aggiungere anche dei crostini di pane.
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Il 16 di maggio ho compiuto 33 anni. Come potrete facilmente immaginare, essendo nata nel bel mezzo del mese delle fragole, la torta che proprio non poteva mancare alle mie feste di compleanno era proprio la torta di fragole e panna. A volte con decorazioni innovative, altre volte perfettamente identica agli anni precedenti, questo dolce mi ha accompagnato dalla tenera infanzia fino all'età della maturità. "Fate le cose con tradizione", mi ha detto un giorno un'amica davanti ad una torta, rivisitata per la mia cucina naturale. Mi sono interrogata un poco: posso interrompere una consuetudine tridecennale di torte fragola e panna? Voglio abbandonare i miei esperimenti per rifugiarmi nella rete sicura della tradizione e, infine, montare questa benedetta panna? Ci ho riflettuto. Nei primi anni '80, la panna montata delle mie torte veniva realizzata con un prodotto della Cameo chiamato Dolceneve: un composto vegetale in polvere (zucchero, sciroppo di glucosio, grasso di palma, emulsionante -esteri lattici di mono e digliceridi degli acidi grassi-, amido modificato, proteine del latte, aromi) che con l'aggiunta di latte freddo e l'operosità di mia cugina Antonella, montava fino a diventare una soffice neve. Poi, in seguito, la svolta epocale della panna Hoplà. Questa volta il composto (acqua, grassi vegetali idrogenati, zucchero, proteine del latte, sale, stabilizzanti -E420, E463-, emulsionanti -E472e, lecitina di soia, E472b-, aromi, colorante -E160a-) era liquido, non richiedeva l'aggiunta di altri ingredienti ed era molto più facile da montare, per la gioia di Antonella. Ed è a questo punto che ho avuto una folgorazione: la mia torta tradizionale di compleanno non è mai stata fatta con la panna! Quei ciuffetti bianchi e spumosi, ritratti in centinaia di foto di compleanno, non sono mai stati, neanche lontanamente, panna montata. Quest'anno, allora, io la panna la faccio così: con le mandorle, con l'acqua, con lo sciroppo di agave e con un pizzico di vaniglia. E che non si dica che non rispetto le tradizioni. INGREDIENTI
(per la torta)
(per la bagna)
(per la "panna")
(per la farcitura)
(per completare)
PROCEDIMENTO (per la "panna") Mettete le mandorle in ammollo per qualche ora. Scolatele e privatele della pellicina scura. Riponetele in un contenitore e lasciatele per una notte in freezer. Tenete in frigorifero, per tutta la notte, una caraffa di acqua. Il giorno dopo, mettete le mandorle in un frullatore e versateci sopra l'acqua ghiacciata, fino quasi a coprirle. Aggiungete l'agave e la vaniglia. Azionate il frullatore fino a che il composto non risulterà omogeneo e spumoso. Qualora il risultato dovesse essere un po' troppo liquido, aggiungete la farina di cocco. (per la bagna) Frullate insieme tutti gli ingredienti. (per la farcitura) Lavate le fragole e privatele del picciolo. Conservate circa 20 fragole, tra le più piccole e belle, per la decorazione. Tagliate a fettine le restanti fragole, irroratele con un poco di succo di limone e conditele con lo sciroppo di agave. (per la torta) Accendete il forno a 180° per dargli il tempo di arrivare a temperatura. Unite la farina di tipo 2 con la farina di riso, la vaniglia e la cannella. Aggiungete l'olio di mais, il succo di mela e il pizzico di sale. Lavorate con la frusta fino a che il composto non risulti omogeneo. Ungete con un poco di olio e poi infarinate 2 teglie di 18 cm di diametro. Aggiungete il lievito al composto, mescolando vigorosamente, subito prima di infornare. Lasciate cuocere per circa mezz'ora. Una volta verificata la cottura delle torte, con uno stecchino, sfornatele e lasciatele raffreddare su una griglia. Quando saranno fredde, tagliatele in modo da ottenere 4 dischi di torta di altezza uguale. COMPOSIZIONE Ricoprite con la bagna il primo disco di torta. Aggiungete una parte di "panna" e spalmatela bene su tutta la superficie del disco. Ricoprite l'intera superficie con le fragole a fettine. Aggiungete a filo due cucchiaini di sciroppo di agave, stando attenti a distribuirlo in maniera abbastanza omogenea. Coprite con il secondo disco ed eseguite le medesime operazioni. Fate lo stesso con il terzo disco. Bagnate l'ultimo disco e riponetelo a "chiusura" della torta. Con una sac à poche o una siringa per decorazioni, disegnate un cerchio concentrico di "panna" in cima alla torta. Disponete su questo cerchio di "panna" le fragole intere che avete messo da parte. Rifinite le decorazioni. Concludete cospargendo le fragole con due cucchiaini di sciroppo di agave. Gli agretti li ho scoperti grazie a Gionatan, un giorno di primavera di 5 anni fa. Gionatan è un nome biblico e si scrive proprio così. Questa volta nessun funzionario pubblico ha commesso errori. Lui è stato il mio capo per quasi 3 anni. Sarà stato per il fatto che entrambi avevamo un nome che esigeva spiegazioni, sarà stato perché tra noi c'erano solo 3 anni di differenza o forse perché nel medesimo anno, a 900 km di distanza, in due università diverse e senza conoscerci affatto, entrambi facevamo una tesi di laurea in food design (io triennale, lui specialistica. Le prime in Italia penso.), ma Gionatan sarà uno di quei capi che difficilmente potrò mai dimenticare. Agretti a parte, sono tante le cose che ho imparato da lui, sul cibo e sul lavoro. Aspetto con ansia il giorno in cui ci capiterà di fare un nuovo progetto insieme. Chissà se si può considerare una vera e propria ricetta, questa degli agretti. Si tratta solo di cuocerli e condirli. Ma io li adoro fatti proprio così, come li ho mangiati per la prima volta 5 anni fa. INGREDIENTI
PROCEDIMENTO. Pulite gli agretti privandoli della radice. Lavateli e cuoceteli a vapore (per conservare al meglio le proprietà nutritive) oppure sbollentateli per 5 minuti. Lasciateli raffreddare. Condite con sale, olio, abbondante limone e aglio fresco (tritato o schiacciato, come preferite). Se vi piace, potete aggiungere un poco di pepe tritato. Le idee migliori sono sempre frutto della condivisione. Questa ricetta è liberamente ispirata a un'idea di Romina Coppola, in arte Sugarless (pagina 18 del suo libro). Le foto sono state realizzate dal mio carissimo amico Lino. Abbandonate ogni indugio e testate il risultato. INGREDIENTI
(per 500 gr circa di crema)
PROCEDIMENTO Mettete in ammollo i fagioli secchi per una notte. Il giorno dopo, cuoceteli per il tempo necessario in abbondante acqua. Inserite nel mixer i fagioli, i datteri, le nocciole e il cacao. Frullate a lungo, aggiungendo a mano mano l'acqua di cottura dei fagioli oppure l'acqua del rubinetto, finché il composto non risulterà ben amalgamato. Raggiunta la consistenza meno grumosa possibile, aggiungete il cucchiaino di malto e quello di olio, se lo desiderate. Servirà a rendere la crema più "lucida". Naturalmente, quanto più è potente il vostro frullatore, tanto migliore sarà il risultato finale. Versate in un vasetto e conservatela in frigo. Buonissima da spalmare sul pane, per farcire una crepes, per realizzare biscottini con ripieno al cioccolato, per riempire una crostata, per trovare conforto nei momenti di tristezza, ecc. ecc. Si conserva per 3, 4 giorni in frigorifero. |
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Dicembre 2017
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