Secondo il sociologo Zygmunt Bauman l’amore al giorno d’oggi è liquido: non ha una forma propria, non si riesce a tenere tra le mani, scorre, scivola via. È tutto il contrario di solido (stabile, compatto e monolitico). Lui dice che i nostri amori sono precari (come il lavoro), consumisti (come la società); superficiali (come le persone), in altre parole, liquidi. Devo ammettere che non posso dargli torto, la vedo anche io questa tendenza a non stabilire più relazioni ma connessioni. Una relazione implica la costruzione di un ponte tra due persone, bisogna lavorare per raggiungere l’altro, far parte di lui e permettergli di far parte di te: tutto questo è un rischio per la nostra libertà, ci fa sentire limitati, vincolati ad una scelta definitiva, soffocati dall’impossibilità di poter cambiare. Per una connessione, invece, è sufficiente rimanere ciascuno sulla propria sponda e avere pochi utili strumenti in grado di colmare la distanza. È semplice e ci fa sentire liberi. La libertà è la protagonista assoluta delle nostre vite. Forse abbiamo lottato così tanto per ottenerla che ci sembra non averne mai abbastanza. Perché accontentarmi di quello che ho se sono libera di andare fuori e scoprire che ci sono migliaia di alternative, forse migliori? Ma perché allora la mia creatività sembra azzerarsi di fronte alla libertà di un foglio bianco? Perché se ho troppe cose da scegliere, quasi sempre torno indietro a mani vuote? La libertà e l’incertezza sono direttamente proporzionali? Se l’instabilità e la fluidità sembrano essere l’unica via d’uscita per sentirsi completamente liberi, allora mi basterebbe restare da sola, o al massimo abbandonarmi a relazioni “fluide”. Mi sentirei al sicuro, meno esposta, libera (!). Ma anche felice? La stabilità mi mette ansia, ma la solitudine significa tristezza e insicurezza. Sembra non esserci una via d’uscita. Non vorrei un amore liquido, ma sarebbe bello se potesse assumere la forma che più gli si addice di volta in volta. Non vorrei un amore di quelli talmente solidi che se provi a spezzarli ti rompi i denti, ma mi piacerebbe fosse piacevolmente croccante. Vorrei un amore ricco di note dolci, senza rinunciare però a quelle aspre, che maggiormente ti permettono di apprezzarne la dolcezza. Vorrei un amore che sappia essere avvolgente e confortante, ma anche aperto e luminoso, proprio come un cucchiaio. Caro Bauman, io avrei deciso. Non lo voglio il tuo amore liquido, ma non ne voglio neanche uno solido. Voglio un amore crumble, alle ciliegie possibilmente, visto che stanno per finire. INGREDIENTI:
(per il crumble)
PROCEDIMENTO Triturate grossolanamente le nocciole. Mescolate insieme la farina di riso, il fioretto di mais, le nocciole tritate, la scorza di limone grattugiata e il pizzico di sale. Aggiungete l'olio di mais, il malto o lo sciroppo e il succo di mela. Lavorate con le mani per formare un composto "sbricioloso". Se il composto vi sembra troppo sabbioso, aggiungete ancora un poco di succo di mela. Se il composto vi sembra troppo morbido, aggiungete ancora un poco di farina di riso o di mais. Snocciolate le ciliegie e tagliatele grossolanamente. Conditele con un cucchiaino di zucchero e una spruzzata di succo di limone. Ungete leggermente una teglia piccola o delle cocotte. Versate le ciliegie e disponetele uniformemente. Distribuite altrettanto uniformemente il composto sbriciolato su tutte le ciliegie. Spolverizzate un cucchiaino di zucchero mascobado su tutta la superficie. Tenete in forno a 180° per circa 25 minuti, o comunque fino a che la superficie non risulta bella dorata.
3 Commenti
Salvatore Zingale
24/7/2015 01:00:43 pm
Il prologo al CRUMBLE DI CILIEGIE è da applausi. Pensa che mi sono sempre rifiutato di leggere Bauman, perché la metafora del liquidi non mi convinceva già di per sé. E questo avevo scritto in un post sul mio ex blog: … nemmeno mi convince la metafora di Zigmunt Bauman della “società liquida”. Più che liquido, questo nostro mondo sociale mi pare frammentato, friabile, polverizzato. Non è la stessa cosa, anche se si tratta pur sempre di aggettivi che semanticamente si oppongono a “solido”.
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Salvatore
25/7/2015 04:36:48 am
Certo, i valori cambiano. E la critica a Bauman così è più completa. ;) Lascia una risposta. |
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