INGREDIENTI
PROCEDIMENTO (per la composta di pere) Tagliate le pere a pezzetti piccolissimi e metteteli in una pentola. Unite il succo di mela e il succo di limone. Fate cuocere, per 15 minuti circa, con il coperchio. Togliete il coperchio e fate cuocere, girando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, per altri 15 minuti o comunque fino a che la parte liquida non si sarà completamente asciugata. Mettete a raffreddare. (Per la pasta) Mescolate insieme tutti gli ingredienti fino a formare una palla liscia ed elastica. (Per il fagottino) Tagliate le pere a fettine molto sottili. Tritate grossolanamente le mandorle. Stendete la pasta in modo da poterla poi chiudere a fagottino, nella forma che più vi piace. Spalmate nella parte centrale della pasta uno strato di composta di pere. Adagiate le fettine di pera sullo strato di composta. Distribuite uniformemente le mandorle sopra allo strato di pere. Chiudete il fagottino e infornatelo a 180° per circa 35 minuti. Lasciatelo raffreddare per bene. (Per lo sciroppo di melograno) Sbucciate e sgranate i melograni. Mettete da parte un po' di chicchi per la decorazione. Spremete i chicchi restanti per ottenere un succo di melograno. Potete usare una centrifuga, oppure uno schiacciapatate, oppure un frullatore. Causa destino avverso, quel giorno non avevo nessuno dei tre e quindi li ho pestati con le mani, un po' come si pesta il vino con i piedi. Mettete a bollire 100 ml di succo ottenuto con la farina, lo sciroppo e il succo di limone. Utilizzate la frusta affinché non si formino grumi. Quando lo sciroppo risulterà piuttosto denso, mettetelo a raffreddare. Potete servire il fagottino accompagnandolo con dello sciroppo di melograno. Decorate, se vi piace, con qualche chicco di melograno fresco. Potete anche realizzare dei piccoli fagottini monoporzione, i quali però necessiteranno di qualche minuto in meno di cottura.
2 Commenti
INGREDIENTI
PROCEDIMENTO Con uno scavino, svuotate il mezzo melone retato, oppure tagliate a pezzettini non troppo piccoli. (Potete usare anche altra frutta di stagione.) Versate il succo di mela in una pentola. Sciogliete l'agar agar nel succo di mela e mescolate con una frusta. Portate il tutto a bollore e fate cuocere per un paio di minuti. Versate il liquido nello stampo prescelto, dove avrete già sistemato anche le palline di melone o i pezzetti di frutta. Lasciate raffreddare. Tenete lo stampo in frigo per un paio d'ore circa. Una volta rassodata, potrete sformare la "torta" ottenuta e decorare con frutta fresca. (Io ho usato pesche e mirtilli, ma potrete utilizzare la frutta che più vi piace, purché usiate sempre frutta dolce e matura.) Seguite la video ricetta:
Se non riuscite a visualizzare il video, seguite il link https://vimeo.com/182836301
Se siete curiosi, qui trovate le foto di backstage del video. Ormai se ne parlava da mesi in città, il casting sarebbe stato domenica mattina. E stava per iniziare. Tutti erano ammassati all’ingresso del teatro, qualcuno addirittura arrampicato sull’impalcatura. Quando la celebre star canadese scese dalla macchina, si sentì uno scroscio di applausi e urla rimbombare per tutto il paese. Nessuno era mai arrivato da così lontano. La folla in delirio ebbe solo un piccolo cenno di ricambio, Sciroppo d’Acero non aveva tempo per autografi e strette di mano. Gli aspiranti attori, arrivati da tutta la regione, attendevano da ore per essere giudicati. L’elettricista, Cece detto Cecè, aveva supplicato i responsabili di potersi occupare delle luci nella sala, così da poter vedere tutto dal vivo. Avrebbe lavorato tutti i fine settimana del mese successivo per ripagare questo favore. Capì che ne era valsa la pena nel momento in cui sentì le voci in lontananza. Era semplicemente stregato. I provini erano iniziati. Il suo cuore si fermò. Sognava quel palco da sempre. Incollato alla scena, sembrava sbattere le palpebre il meno possibile per evitare di perdersi qualcosa. Avrebbe dato qualsiasi cosa per vivere la loro occasione. Passarono un paio di ore e ormai non era rimasto più nessuno da vedere. Cioccolato, serio e amarissimo, scosse la testa. Nocciola, liquefatta in un soffice burro per l’occasione, disse che forse potevano rivedere il sessantunesimo e il quindicesimo, ma la voce annoiata e decisa della star canadese riempì lo spazio con forza: non avrebbero visto nessun altro. Da questo punto in poi non posso più giurare sulla veridicità dei fatti, accadde tutto troppo velocemente; nessuno sa dove Cecè trovò la forza di incipriarsi il viso delicatamente con della polvere di vaniglia e saltare sul palco. Tutti lo fissavano in attesa di una spiegazione. Sarà stato grazie a quella strana alchimia che inebria gli attori una volta in scena che il giovane inesperto si fece coraggio, esibendosi con timida fierezza davanti a un pubblico sconcertato e divertito. Dopo cinque minuti, forse sei, tutto si fermò. Il signor Sciroppo d’Acero, per la prima volta, mosse la mano, e si alzò. Ripeto, è possibile che io mi stia sbagliando, ma oserei dire che l’ombra di un sorriso comparve sul suo volto. Calò il silenzio. Tutti attendevano il verdetto. Sei dei nostri. Cominciamo lunedì. Cece, detto Cecè era nel cast. Francesca INGREDIENTI
(per 6 biscottoni)
PROCEDIMENTO Preriscaldate il forno a 180°. Frullate le nocciole fino a ridurle in crema. Tagliate il cioccolato in pezzi piccoli e regolari. Scolate i ceci dall'acqua di cottura e asciugateli molto bene con un telo pulito. Se i ceci non li avete cotti voi e volete usare quelli in barattolo, vi consiglio di fare attenzione che non abbiano sale aggiunto. Frullate insieme ceci, nocciole in crema, sciroppo e vaniglia fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Unite al composto gran parte dei pezzetti di cioccolato, conservandone qualcuno per le "decorazioni" finali. Dividete l'impasto in 6 mucchietti uguali e appoggiateli su di un foglio di carta forno. L'impasto risulterà difficile da modellare: vi consiglio di farlo con le mani un poco bagnate. Schiacciate ciascun mucchietto in modo da ottenere un biscotto di 8, 9 cm di diametro. Decorate aggiungendo ancora qualche pezzo di cioccolato nelle parti vacanti. Infornate a 180° per 15 minuti e poi a 140° per altri 5, 10 minuti. Lasciate raffreddare preferibilmente su di una gratella. "Sta cambiando fuori. Arriva una tempesta Harry [...]." (Hagrid in "Harry Potter e l'Ordine della Fenice) Sento la paura che il tempo passi talmente in fretta da cogliermi impreparata. Vivo la noia per un tempo che sembra non passare mai. Osservo i primi scompigli che il vento che s'alza porta con sé. Imparo faticosamente a non essere insofferente per l'attesa. Mi dico che quando la tempesta arriverà mi lascerò trascinare dal vento nel verso che vorrà. Ovunque esso mi porti. Intanto aspetto, seduta sul sofà, in mezzo a tazze, tisane e dolcetti, rileggendo libri che parlano di mondi magici. INGREDIENTI
PROCEDIMENTO Preriscaldate il forno a 180°. Ungete e infarinate uno stampo da plumcake (cm 20x10 circa). Spremete le arance e passate la spremuta in un colino in modo da ottenere 20o ml di succo. Tagliate a pezzi piccoli le albicocche secche. Sgusciate e tritate grossolanamente le noci. In una ciotola, unite le tre farine e la scorza d'arancia grattugiata. Versate l'olio e il succo di arancia, mescolando il tutto. Incorporate anche il lievito continuando a mescolare energicamente. Unite in ultimo anche le noci e le albicocche secche, in modo che siano distribuite uniformemente. Versate il tutto nello stampo da plumcake. Infornate per 35 minuti circa a 180°. Una volta raffreddato, potete spolverizzarlo con farina di cocco o con farina di castagne leggermente tostata. Volevo che questa ricetta e questo post fossero davvero speciali, unici. Se non bastasse il fatto che ho usato lo zucchero (ingrediente che poco si vede nelle mie ricette), che l’ho usato in una quantità un poco superiore ai miei standard (Natale, dopotutto, viene una volta l’anno), che ho deciso di affrontare una sfida nella sfida (fare il panettone, e senza seguire la ricetta classica), ho pensato anche di chiamare i rinforzi. Francesca scrive storie di ingredienti e di ricette e ha deciso, con mio grande piacere, di condividerle qui sul mio blog. Di tanto in tanto leggeremo i suoi brevi racconti e spero che possano incantare voi, esattamente come hanno incantato me. Pronto, sono Uvetta, come posso aiutarvi? Uvetta venne a saperlo così. Con una breve e gelida telefonata, in un pomeriggio di dicembre. Bianco, lo Zucchero, si era ritirato all’ultimo, e così anche il Burro, ed infine le Uova. Una paga migliore altrove, la vetrina più illuminata, maggiore visibilità. Queste furono le scuse. La notizia fu accolta dai colleghi amaramente, un borbottio carico di delusione e disappunto riempì la stanza. Che cafoni. No, non si fa così. All’ultimo, poi. Come si fa adesso ragazzi? Uvetta era tanto agitata da temere di inacidirsi; ci mancava solo questo! Infine fu Pasta, che era un po’ la madre di tutto lo staff, a suggerire placidamente l’idea. Il signor Mascobado, lo zucchero scuro! Perché non chiamare lui? È vero, non era raffinato come il Dottor Bianco, ma era fiero e sicuro di sé, non era né candido né tantomeno elegante, ma aveva personalità da vendere e un’energia che magicamente addolciva ogni compagno e lo legava indissolubilmente con gli altri. Bastarono pochi minuti per consultarsi, ed alla fine si decise per il sì. Sì fu anche la sua risposta. Con una piccola riserva però. Insieme a lui sarebbe dovuta venire tutta la sua troupe. O tutti o nessuno. Si decise per il tutti. Inutile raccontare la reazione di Uvetta quando seppe che il latte profumava di soia, o descrivere il suo scetticismo nell’apprendere che un limone intendeva partecipare alla loro esibizione; d’altronde mancavano tre giorni, non c’era più tempo per essere esigenti, bisognava rilassare gli animi e mettere da parte ogni timore. Il risultato non dipendeva forse dall’armonia fra di loro? Dalla complicità nello stare insieme? Erano una squadra, avrebbero vinto. E così accadde, fra un mescolarsi di aromi, morbide attese, bagni succosi, unione di sapori e tiepidi impasti. Uvetta fu l’ultima a tuffarsi, ma la prima a capire che ce l’avevano fatta. Era il giorno della Vigilia di Natale, e il Panettone uscì lentamente dal forno, fragrante e profumato, protetto da una crosta d’oro, e leggermente abbronzato, nonostante fuori stessero volando i primi fiocchi di neve nell’aria. Quest’anno la tradizione aveva superato sé stessa. Francesca INGREDIENTI
PRIMO GIORNO I rinfreschi
Lasciatelo lievitare per circa 3 ore e mezza.
Lasciate lievitare sempre per 3 ore e mezza circa.
Lasciate lievitare per 3 ore e mezza. A questo punto il lievito madre sarà molto in forma e in 3 ore e mezza triplicherà il suo volume Primo impasto
Scioglietela nel latte di soia a temperatura ambiente, meglio se leggermente tiepido. Aggiungete tutto lo zucchero. Incorporate infine 350 gr di farina e lavorate a lungo l’impasto. Lievitazione Mettete a lievitare l’impasto per tutta la notte. Non procedete al secondo impasto fino a che il primo non sarà triplicato di volume. Ci vorranno circa 10 – 12 ore. Non dimenticate l’uvetta Poco prima di andare a letto spremete il succo delle 2 arance, unite i 2 cucchiai di Marsala e metteteci in ammollo l’uvetta. SECONDO GIORNO Secondo impasto
Incorporate l’olio e 40 gr del succo di ammollo dell’uvetta. Quando l’impasto avrà assorbito l’olio e il succo, incorporate anche i restanti 100 gr di farina. Lavorate a lungo. A questo punto unite la scorza di limone, quella delle 2 arance e un pizzico abbondante di sale. Infine, scolate l’uvetta dal succo di ammollo e unitela all’impasto in modo che di distribuisca uniformemente. Lievitazione Lasciate riposare l’impasto per circa 1 ora. Impastatelo nuovamente con le mani leggermente unte. Lasciate riposare ancora per 15 minuti. Impastate per l’ultima volta. A questo punto inserite tutto l’impasto nel classico pirottino per panettoni. Lasciatelo lievitare fino a che non sarà triplicato di volume. Ci vorranno circa 5 ore. Vi consiglio di far lievitare il panettone nel forno spento insieme ad un tegame con un poco di acqua bollente all’interno: questo accorgimento manterrà sempre umido e tiepido l’ambiente di lievitazione.
Praticate un taglio a croce sul panettone. Infornate a 180° per circa 10 minuti. Abbassate a 170° e fate cuocere per altri 40 minuti. Una volta controllato che il panettone sia perfettamente cotto, infilzarlo con degli stecchini lunghi e metterlo a raffreddare sospeso a testa in giù. Vi consiglio di mettere la teglia bassa, per evitare che il panettone si bruci in superficie e di tenere sempre il tegame con l’acqua anche durante la cottura, così che il forno continui a rimanere umido. TERZO GIORNO Dopo tanta fatica potrete fare una golosa colazione con il mio (vostro) panettone. SE AVETE FRETTA...
Potete fare il panettone anche con lievito di birra fresco (15 gr) o granulare. Ci vorranno 2 ore di lievitazione per il primo impasto e 2 ore per il secondo impasto. In questa versione andranno impiegati 400 gr di farina nel primo impasto e i restanti 50 gr per il secondo impasto. Se l’impasto dovesse risultare troppo duro, potete aggiungere un poco di succo di ammollo dell’uvetta in più. Il resto degli ingredienti, le modalità di cottura e di raffreddamento restano invariati. |
Categorie
Tutto
Archives
Dicembre 2017
|