INGREDIENTI
PROCEDIMENTO Con uno scavino, svuotate il mezzo melone retato, oppure tagliate a pezzettini non troppo piccoli. (Potete usare anche altra frutta di stagione.) Versate il succo di mela in una pentola. Sciogliete l'agar agar nel succo di mela e mescolate con una frusta. Portate il tutto a bollore e fate cuocere per un paio di minuti. Versate il liquido nello stampo prescelto, dove avrete già sistemato anche le palline di melone o i pezzetti di frutta. Lasciate raffreddare. Tenete lo stampo in frigo per un paio d'ore circa. Una volta rassodata, potrete sformare la "torta" ottenuta e decorare con frutta fresca. (Io ho usato pesche e mirtilli, ma potrete utilizzare la frutta che più vi piace, purché usiate sempre frutta dolce e matura.) Seguite la video ricetta:
Se non riuscite a visualizzare il video, seguite il link https://vimeo.com/182836301
Se siete curiosi, qui trovate le foto di backstage del video.
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INGREDIENTI
PROCEDIMENTO Staccate le foglie di salvia in modo da conservare uno stelo lungo (vi aiuterà a girarle in fase di frittura). Lavatele e asciugatele per bene. Preparate la pastella con le due farine, il sale e l'acqua effervescente fredda. Riscaldate l'olio per la frittura (potete usare un extravergine dal sapore delicato o un olio di arachidi). Immergete le foglie di salvia nella pastella tenendole per lo stelo. Quando saranno completamente ricoperte di pastella, buttatele nell'olio bollente. Fatele friggere su un lato fino a doratura. Poi, con l'aiuto di una pinza, afferratele per lo stelo, giratele e fate dorare anche l'altro lato. Poggiatele su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso. Servite e mangiate calde e croccanti. INGREDIENTI
PREPARAZIONE Mettete in ammollo, dalla sera precedente, circa 200 gr di ceci. Il giorno dopo, cuoceteli, preferibilmente insieme ad un pezzettino di alga kombu, per il tempo che necessitano. Una volta scolati e raffreddati, versateli nel frullatore insieme all'acqua, alla tahina, al cumino, all'aglio, al succo di limone, e al sale. Frullate il tutto fino a che non diventa un composto cremoso ed omogeneo. Aggiungete l'olio extravergine e frullate ancora per incorporare. Se preferite, potete aggiungere al composto un pezzettino di peperoncino o qualche foglia di prezzemolo, o anche entrambi. Servite con un filo d'olio, un po' di semi di cumino e, se volete, con un po' di paprika. Foto in collaborazione con Roberto Carbonara
INGREDIENTI
(per il "risotto")
PROCEDIMENTO Vi consiglio di preparare il riso il giorno prima, o, eventualmente, anche di utilizzare risotti avanzati. Tritate finemente la cipolla e fatela soffriggere in un poco d'olio. Unite anche il riso e fatelo tostare un poco. Aggiungete a mano a mano il brodo bollente o l'acqua bollente già salati fino a che il riso non sarà cotto. Per il tempo di cottura del riso integrale, verificate sempre le indicazioni sulla confezione. A cottura ultimata, aggiustate di sale e pepe e mantecate con un poco d'olio. Assicuratevi che il riso risulti particolarmente asciutto. Per farlo asciugare ulteriormente, mettetelo a raffreddare in un piccolo scolapasta. Una volta che il riso si sarà completamente raffreddato, dovrebbe risultare anche piuttosto compatto. Nel caso risultasse poco compatto, vi consiglio di frullarne 2 o 3 cucchiaiate. La "crema" ottenuta servirà ad amalgamare meglio i chicchi tra di loro. Sgranate i piselli freschi. Dividete il riso in 8 porzioni uguali. Prelevate una buona parte di una singola porzione e modellatela nella mano in modo da formare una cavità centrale. Riempite la cavità con un cucchiaino di ragù, 4 o 5 piselli, ancora un poco di ragù. Chiudete la palla con il resto della porzione di riso e realizzate la classica forma sferica. Ripetete l'operazione per le restanti 7 porzioni di riso. Passate le palle di riso nel pangrattato o nei fiocchi di mais sbriciolati in modo da impanare tutta la superficie delle palle. Cuocete in forno a 200° per circa 30 minuti oppure friggete in olio buono. Fotografie di Natale Verdicchio Una persona che sta formulando un giudizio la riconosci subito: è quella dal sopracciglio (destro, il più delle volte) alzato. Il sopracciglio alzato, però, non è espressione di un nobile esercizio del giudizio di kantiana concezione; è piuttosto - temo io - la manifestazione di una sentenza morale che fonda le proprie radici su postulati granitici e irremovibili. Insomma, Kant c’entra lo stesso, ma solo perché quel sopracciglio alzato incarna lo scenario peggiore che egli potesse ipotizzare in merito alla umana facoltà di giudizio. Se le reminiscenze liceali non m’ingannano, Kant sosteneva che il giudizio, in quanto talento innato dell’uomo, non si potesse insegnare, ma solo educare gradualmente, attraverso esempi e casi pratici, per ottenere un suo corretto sviluppo. Gli esempi e i casi singoli, però, sono sempre numericamente ridotti rispetto alle infinite possibilità di una situazione. Il giudizio quindi, deve imparare prima possibile a confrontarsi con le situazioni reali, diverse di volta in volta, affinché l’esempio non finisca per diventare definitivamente una regola. Se si basasse il giudizio su una casistica limitata di esempi, si rischierebbe non solo di cadere in errore, ma anche di ridurre il giudizio stesso a mera applicazione di rigide regole. In questo modo, l'uomo smetterebbe definitivamente di avere lo stimolo alla riflessione rispetto alle situazioni della vita e la facoltà di giudizio si deteriorerebbe fino all’instupidimento dell’uomo stesso. Questo (se ho capito bene) lo dice sempre Kant, sia chiaro. Lo abbiamo alzato tutti, una volta o l’altra, quel sopracciglio destro. Molti lo alzeranno adesso, di fronte a questo ragù, che vero ragù non è. Se c’è una cosa che mi piace tenere a mente, però, è che non posso e non voglio passare la vita con questa unica e sola espressione facciale. Oltre ad incrementare il rischio dell’instupidimento del genere umano (cosa di cui non vorrei rendermi complice), oltre a rischiare di non apprezzare più le cose per quelle che sono, perché troppo impegnata a pensare a quello che dovrebbero essere (come nel caso di questo ragù) o che vorrei fossero, principalmente renderei la mia esistenza molto, troppo infelice. Perché, come mi disse un giorno un’amica ostetrica molto saggia, “chi giudica molto si giudica molto” (male, aggiungo io). INGREDIENTI
PROCEDIMENTO Sciacquate le lenticchie. Tritate molto finemente la carota, il sedano, la cipolla e l'aglio preferibilmente con l'aiuto di un tritatutto. Versare l'olio in una casseruola e fateci soffriggere il trito di verdure. Unite anche le lenticchie. Versate la salsa di pomodoro e l'acqua nella casseruola. Aggiungete il sale, un poco di pepe e l'origano. Fate cuocere per un'ora. Aggiustate di sale e pepe. Lasciate raffreddare un poco. Frullate grossolanamente con un frullatore ad immersione. CONSIGLI
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Dicembre 2017
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